domenica 7 febbraio 2016

[Forlì] sab 13 feb h.15.30: «Fascismo, confine orientale, foibe»

Chiacchierata e dibattito con la scrittrice Alessandra Kersevan sul tema:
FASCISMO, CONFINE ORIENTALE, FOIBE.
Non dimenticare le tragedie e i crimini del fascismo. Ricostruire le problematiche delle foibe in un’analisi dettagliata.
SABATO 13 febbraio – SALA di v. VALVERDE 15 – FORLÌ
Apertura sala ore 15.00 con distribuzione di materiale e rinfresco, inizio ore 15.30
Troverai banchetti informativi sulle lotte al fascismo.
Assemblea Antifascista Forlivese
www.lascintillaonline.org
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giovedì 4 febbraio 2016

[Parma] mercoledi. 10 feb h.21: «Foibe e fascismo»


Mercoledì10 febbraio si terrà a Parma l’undicesima edizione della manifestazione antifascista «Foibe e fascismo» con inizio alle ore 21 al Cinema Astra.
Organizzata ogni anno da A.N.P.I., A.N.P.P.I.A., Comitato antifascista antimperialista e per la memoria storica, l’incontro si pone in alternativa alla celebrazione del «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe» con la quale, dal 2005, sono state assegnate onorificenze ad alcune centinaia di fascisti come il repubblichino parmense Paride Mori, unico caso finora di onorificenza revocata.
Sarà inoltre proiettato il film-documentario La Resistenza italiana in Montenegro di Eric Gobetti, ricercatore dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza.
Certo è che, in tanti anni, il «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe» non è mai stato all’insegna della pietà verso i morti, ma della strumentalizzazione e delle fantasie revisioniste, come pretesto avanzato da neofascisti e neonazisti per sfilare nelle piazze, compiere atti squadristici e rivendicare l’autoritarismo, il razzismo, l’antisemitismo.
Non c’è nulla di più miserevole e fascistoide che sfruttare tragici episodi del passato per manipolare la storia a proprio uso e consumo.
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mercoledì 3 febbraio 2016

La polizia "promuove" CasaPound: "La violenza? Colpa dei centri sociali"







In un'informativa della direzione centrale alla magistratura il gruppo neofascista "tutela le fasce deboli, difende l'occupazione". Gli scontri di cui l'associazione si rende protagonista sono da incolpare "all'antifascismo militante"

martedì 2 febbraio 2016

[TS] Salvini is not welcome!

Martedì 26 gennaio la prima visita ufficiale di Matteo Salvini a Trieste è stata contestata dall’assemblea cittadina «Trieste Antifascista-Antirazzista» portando in piazza non solo il rifiuto delle politiche razziste e xenofobe, ma anche di quelle omofobe e sessiste che da sempre hanno nella Lega Nord una delle forze politiche promotrici. Una contestazione a volto scoperto, di critica e di controinformazione sociale, contro cui le forze dell’ordine non hanno trovato di meglio che passare subito alle «democratiche» manganellate
Quello che segue è l’intervento tenuto in Piazza Unità dallo storico Claudio Venza il 27 gennaio 2016.
Intervento di Claudio Venza:
La Giornata della Memoria è molto importante perché offre occasioni pubbliche per formare una coscienza storica solida e attenta.
In questa Piazza, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò le leggi razziali, un evento triste ma importante. Su questo fatto, sulle radici e le conseguenze di questi provvedimenti razzisti è tornato disponibile il libro «Il razzismo fascista» che contiene documenti e riflessioni storiche.
La Giornata della Memoria ha una valenza particolare se la usiamo per considerare le responsabilità di molti cittadini italiani che, per motivi abbietti, collaborarono con la macchina della repressione offrendo nomi e indirizzi per la schedatura degli ebrei, elenchi assai utili per la deportazione senza ritorno. Sul collaborazionismo si sono sviluppate, negli ultimi anni, molte ricerche storiche di grande valore come il libro «I carnefici italiani» uscito pochi mesi fa.
La logica feroce e inesorabile dello sterminio degli ebrei, dei rom, dei disabili, e di altre categorie di persone considerate alla stregua di sottouomini, era quella di conquistare la eterna vittoria della razza pura formata solo da individui di superiore qualità. GliUntermenschen, i sottouomini in tedesco, furono destinatari del programma nazista che considerava esseri umani solo i Menschen, cioè gli ariani, che avevano il diritto di spazzare via gli esseri inferiori.
Oggi condanniamo il razzismo di ieri in forma pubblica e diffusa, ma non dobbiamo dimenticarci che esiste un razzismo attuale, forte e in via di ulteriore affermazione. Esso è rappresentato da quelle forze politiche e mediatiche che discriminano e criminalizzano costantemente gli immigrati e che vorrebbero semplicemente la loro eliminazione. E questo atteggiamento rievoca i tratti implacabili del nazismo.
La Lega Nord, e altre formazioni di destra, stanno soffiando sul fuoco della discriminazione e della repressione per far riprendere le fiamme del razzismo con tutte le conseguenze relative. Una riflessione sulla imposizione istituzionale, di circa 70 anni fa, delle norme razziste dei nazisti, e dei loro stretti collaboratori fascisti, deve farci capire quanto l’ignoranza e l’indifferenza, il pregiudizio e la paura diffuse nella società di allora avessero aiutato i gestori di questo programma di assassinii premeditati e legalizzati.
Anche oggi la passività di fronte alle pretese dei razzisti di casa nostra porta in sostanza alla complicità con i crimini che si intravedono e che assomigliano terribilmente a quelli che oggi, 27 gennaio, pubblicamente ricordiamo e condanniamo. Ma accadono anche altre cose preoccupanti: chi protesta contro il razzismo viene aggredito, malmenato e ferito. Lo scopo della violenza poliziesca, che si è scatenata a poche centinaia di metri da questa piazza nella giornata di ieri, è proprio quello di scoraggiare la presa di posizione antirazzista e di costringere all’indifferenza mentre riemergono gli atroci fantasmi del passato. Di un passato che, troppo facilmente, si era creduto sepolto per sempre.
I manganelli usati, senza il minimo pretesto, dai poliziotti contro i manifestanti avevano proprio questo esplicito obbiettivo: non disturbare le celebrazioni razziste. Guardare dall’altra parte di fronte alle provocazioni razziste significherebbe diventare complici dei crimini prossimi venturi.
La lezione storica che possiamo, e dobbiamo, ricavare dalla Giornata della Memoria è quella di attivarsi, sempre e dovunque, per neutralizzare la peste razzista. È questo un compito che fonde la coscienza storica e un attivo impegno civile che ha un alto significato morale, prima ancora che politico..

By staffetta  gennaio 31, 2016