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martedì 21 aprile 2015

con le armi strappate al nemico fu nella insurrezione e all'avanguardia alla riconquista della sua libertà. 1943-1945


città partigiana

il 21 aprile 1945
i partigiani liberano Bologna





Piazza Nettuno

   Risultati immagini per lapide ai caduti per la libertà bologna

 settembre 1943  -  aprile 1945
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Sacrario ai Caduti per la Libertà


martedì 8 novembre 2011

ANPI Milano: Norina, antifascista sempre

Si è spenta Brambilla Pesce, una vita interamente dedicata alla battaglia per gli ideali della libertà.


Questo il ricordo dell'Anpi milanese di Nori Brambilla Pesce, deceduta il 6 novembre a Milano.

L'Anpi provinciale di Milano ricorda con commozione ed affetto la partigiana Nori Brambilla Pesce, la cui vita è stata interamente dedicata alla battaglia per gli ideali della libertà, per i valori dell'antifascismo, della Resistenza e allo sforzo per costruire una società più democratica, più libera e più giusta.
 
Nori proveniva da una famiglia di forti tradizioni antifasciste. Fin da giovanissima  lavora come impiegata alla ditta Paronitti, dove ha la possibilità di conoscere l'esistenza di uomini e donne che non si erano mai arresi al fascismo.
Inizia così la sua maturazione antifascista che si consolida negli anni delle sofferenze cui è sottoposta la popolazione a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia  e nel corso degli scioperi del marzo 1943.
Dopo l'8 settembre 1943 entra a far parte con sua madre, tramite Vera Ciceri, dei Gruppi di Difesa della Donna che ebbero un ruolo fondamentale nell'aiutare i soldati allo sbando. Successivamente Nori viene assegnata, come ufficiale di collegamento, al 3° Gap guidato da Giovanni Pesce. Dal maggio 1944 al giorno della sua cattura avvenuta il 12 settembre 1944, partecipa a tutta l'attività del 3° Gap.
La sua vita da gappista finisce appunto il 12 settembre 1944, quando a seguito di una spiata, è catturata in piazza Argentina da militi fascisti  in borghese, tradotta alla Casa del Balilla di Monza, dove viene picchiata e torturata su ordine del sergente delle SS Wernig, perché volevano che confessasse dove si trovasse Giovanni Pesce. Condotta nel carcere di Monza, vi trascorre un mese e mezzo, finché non viene trasferita brevemente a San Vittore e poi, a soli ventuno anni, nel campo di concentramento di Bolzano, dove resterà dal novembre 1944 all'aprile 1945.
Lì, nonostante i controlli serrati e le drammatiche condizioni di vita,  riesce a partecipare all'attività di una sezione del Comitato clandestino del CLN.
Dopo la Liberazione, Nori Brambilla, torna a piedi, con altri compagni, attraverso la Val di Non, il passo della Mendola e quello del Tonale, a Milano, dove riabbraccerà la famiglia e il "suo" comandante, Giovanni Pesce, medaglia d'oro della Resistenza. Nori e Giovanni si sposeranno il 14 luglio 1945.

lunedì 7 novembre 2011

Giovanni Pesce, Senza tregua. La guerra dei GAP


Giovanni Pesce
Senza tregua. La guerra dei GAP
Feltrinelli, Milano 1967
, ristampato 1973 .... 2005
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Testo integrale tratto dalla Biblioteca Multimediale marxista


Indice

> Prefazione  [kb 8 HTML]> Capitolo Primo  Alla macchia  [kb 33 HTML]
> Capitolo Secondo 
Nelle Brigate Internazionali [kb 30 HTML]
> Capiitolo terzo 
Come nasce una bomba [kb 44 HTML]
> Capitolo Quarto 
Quanto vale un gappista? [kb 47 HTML]
> Capitolo Quinto 
All'assalto di Torino [kb 42 HTML]
> Capitolo Sesto
 
Morte e trasfigurazione [kb 83 HTML]
> Capitolo Settimo 
Addio Torino [kb 34 HTML]
> Capitolo Ottavo 
Milano [kb 34 HTML]
> Capitolo Nono  
La battaglia dei binari [kb 44 HTML]
> Capitolo Decimo
  Spie, carnefici e giustizieri [kb 32 HTML]
> Capitolo Undicesimo 
Un elemento sicuro [kb 44 HTML]
> Capitolo Dodicesimo 
Valle Olona [kb 40 HTML]
> Capitolo Tredicesimo 
Reazioni a catena [kb 52 HTML]
> Capitolo Quattordicesimo 
A ritmo serrato [kb 60 HTML]

domenica 6 novembre 2011

mercoledì 23 marzo 2011

23 marzo 1944, via Rasella: una legittima azione di guerra

la resistenza romana
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Via Rasella
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23 marzo 1944 - Alle 15,30 Carlo Borsani, cieco di guerra, medaglia d'oro, celebra, nel salone di un palazzo in via Veneto, la nascita del fascismo, avvenuta 25 anni prima a Milano, in piazza San Sepolcro. E' una giornata senza nuvole, con il sole splendente. In mattinata i gerarchi e le autorità germaniche avevano assistito alla messa nella chiesa di Santa Maria della Pietà e deposto corone alle lapidi dei caduti fascisti in Campidoglio e al Verano. Borsani ha cominciato da poco a parlare quando, alle 15.52, si interrompe a causa del forte boato che rompe l'aria. Una forte carica di tritolo è esplosa a poca distanza, in via Rasella, davanti al palazzo Tittoni, mentre vi transitava a piedi una compagnia del I battaglione del Reggimento Polizei SS Bozen, composta da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa, in assetto di guerra, con mitragliatrici montate su carrelli in testa e in coda alla colonna. Subito dopo, due squadre dei GAP Centrali, una di sette uomini l'altra di sei, al comando di Carlo Salinari (Spartaco) e Franco Calamandrei (Cola), lanciano a mano bombe da mortaio leggero Brixia, modificate per esplodere per accensione della miccia, e sparano con armi leggere. A far brillare la mina collocata in un carrettino metallico da spazzino era stato lo studente in medicina Rosario Bentivegna, con la copertura di un'altra giovane studentessa, Carla Capponi.