giovedì 25 settembre 2008

Marzabotto ricorda l'eccidio e non crede all' "antifascismo" di Fini


A 64 anni dall'eccidio nazifascista, Walter Cardi, presidente dei familiari delle vittime della strage, diffida dell'antifascismo dichiarato da Fini - che vorrebbe fare da garante di un partito i cui uomini collocati in posti s
trategici (La Russa, Alemanno...) nei giorni scorsi hanno tentato di legittimare la Repubblica di Salò.
Come riferisce un articolo dell'Unità - Bologna , Cardi (10 familiari uccisi nell'eccidio) ha dichiarato che è difficile credere alle dichiarazioni di Fini, in quanto la sua "è solo un'apertura che fa a con obiettivi politici, per legittimarsi c
ome uomo di governo. La realtà è che nessuno di loro ha mostrato pentimento, nessuno di loro è mai venuto a chiederci scusa [...] Noi come familiari non potremo mai condividere alcuna forma di revisionismo, e su queste vicende c'è una verità acclarata dalla magistratura. e in An non c'è mai stata una discussione sul fascismo" [l'Unità - Bologna , 26/9/08, p. 1].


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A molti di noi, 29 settembre non ricorda tanto il titolo di una celebre canzone di Mogol-Battisti: è in primo luogo la data di inizio, nel 1944, di una delle più grandi e atroci stragi di civili perpetrate dai nazisti, con il supporto attivo (e informativo) dei cosiddetti "ragazzi" di Salò.
E le parole di Walter Cardi sono perfettamente comprensibili, cosi come si comprende il perché di questa sua presa di posizione proprio nel giorno della presentazione del vasto programma delle celebrazioni che si svolgeranno a partire dal 29 settembre, pubblicato nel sito dell'Associazione vittime degli eccidi nazifascisti nei comuni di Grizzana, Marzabotto, Monzuno e zone limitrofe -1943-1944. Il programma prevede il 4 Ottobre, due iniziative di rilevante carattere storico, politico e simbolico: l'intitolazione di un parco di Marzabotto a Peppino Impastato e il gemellaggio dei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi con il comune di Sant'Anna di Stazzema (in provincia di Lucca).

E la lunga striscia di sangue lasciata delle stragi di civili perpetrate dai nazisti (e dai loro complici "locali") conduce proprio da Sant'Anna di Stazzema a Marzabotto.

Al termine questo breve percorso a ritroso nel tempo, ci ritroviamo nel pieno grigiore della "nostra" attualità e, nel punto più grigio del
le quotidiane notti e nebbie, ci imbattiamo di nuovo in Alleanza Nazionale: il partito che, per bocca di Fini, sarebbe divenuto "antifascista".
In questi giorni, un'esponente di AN, Manuela Clerici, presidentessa della Versilia Viareggio Congressi, secondo diverse testimonianze, avrebbe ordinato di rimuovere la lapide che ricorda i 650 morti della strage di Sant'Anna di Stazzema, incontrando la resistenza dei lavoratori, che si sono
rifiutati di eseguire l'ordine [nella foto tratta da un articolo pubblicato da Cani sciolti, la lapide da cui sono state asportete tre borchie, che una dipendente dichiara di aver visto sulla scrivania della burocrate di AN].
Altre notizie (continuamente
aggiornate sugli sviluppi del caso di Viareggio) sono pubblicate da Officina21, (che ho conosciuto grazie alla segnalazione di Samanta in un commento al mio post sulla soppressione Via Gramsci a Cento di Ferrara).

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... una scheda.


A integrazione del programma delle celebrazioni, linkato più sopra, traggo dal programma più dettagliato inviatomi dall'Associazione Familiari delle Vittime degli eccidi nazifascisti di Grizzana, Marzabotto, Monzuno e zone limitrofe, riproduco questa scheda:


Domenica 5 ottobre, ore 16
 Monte Sole - Scuola di pace


Presentazione dello spettacolo
Soluzione finale
Tratto da “In quelle tenebre” di Gitta SerenyConsulenza drammaturgica di Giovanna GuaitoliCon Roberta Biagiarelli e Filippo PlancherProduzione SS9teatro





Soluzione finale è la messa in scena dell’intervista di Gitta Sereny a Franz Stangl, sovrintendente di polizia dell’istituto di eutanasia dal 1940 al 1942, tratta d a In quelle tenebre della stessa autrice.
Franz Stangl fu comandante di Treblinka nel 1942-43. Nei mesi di aprile e giugno del 1971 acconsentì a farsi intervistare da Gitta Sereny per conto del Daily Telegraph Magazine nel carcere giudiziario di Dusseldorf dove era in attesa della sentenza di appello contro la condanna all’ergastolo. Sessantatre anni, alto, ben piantato, rilassato e controllato insieme, in prigione da quattro anni, trascorsi per quasi tutto il tempo in isolamento, poiché il Direttore del carcere temeva ritorsioni degli altri prigionieri nei suoi confronti. Era stato arrestato in Brasile dove viveva tranquillamente con la sua famiglia. Il lungo racconto ‘In quelle tenebre’ raccoglie integralmente lintervista condotta dalla giornalista di origine viennese all’uomo di cui Simon Wiesenthal, il “cacciatore dei nazisti” diceva: “Se non avessi fatto altro nella mia vita che quello di catturare quest’uomo malvagio, non sarei vissuto invano”. Da questa drammatica testimonianza il regista Franco Brambilla ha tratto un dialogo denso e serrato, su una scena volutamente essenziale, che ricostruisce l’intera vicenda di Franz Stangl e dei tragici avvenimenti di cui fu artefice e protagonista, eventi e fatti circo stanziati che rivivono nelle domande incalzanti di Gitta Sereny e nelle sue dolenti riflessioni.
Franz Stangl morì per un attacco di cuore diciannove ore dopo la fine dell’intervista.
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Un appuntamento domenica 5 ottobre a Marzabotto


Alcuni compagni dell’AAP (Assemblea Antifascista Permanente) Bologna si troveranno poco prima delle 10.30 presso il Sacrario


L'unico treno utile da Bologna è alle ore 9.01

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mai fidarsi fino in fondo dei partiti politici, almeno nel 2008.

Anonimo ha detto...

Onore al compagno Fini.
;-)

Anonimo ha detto...

Per ritgitans: il problema che cerco di porre qui non riguarda immediatamente e genericamente tutti i partiti, ma le tendenze fasciste e le riabilitazioni che ormai da un pezzo hanno superato il livello di guardia. Poi visitando il tuo blog ho visto che anche tu hai ben presente questo problema specifico;-)

Per ciclofrenia: sul paradosso Fini antifa avevo visto, probabilmente in qualche blog satirico, un fotomontaggio di Fini con fazzoletto partigiano al collo tra striscioni dell'Anpi, purtroppo non avevo salvato l'url e non riesco a ritrovarlo, ma se mi capita di rivederlo in rete, te lo comunico.
PS: avrai notato che non ho risposto al tuo commento al mio post precedente, in cui dicevi che vorresti vivere a Bologna.
Ci ho pensato, ma sono entrato in groviglio: difficile spiegare in poche parole (e forse anche in tante pagine) il rapporto con questa città, che per molti aspetti è ben poco "ideale"...
Quindi non sono riuscito a dirti niente, finendo in un "blocco" (un'impossibilità) della scrittura.
Bisognerebbe forse, se capita, parlarne a voce, a ruota libera, magari passeggiando, o davanti a un bicchiere...